NOTE AL TESTO
L’amore romantico, l’amore dirompente e passionale, l’amore fanciullesco, l’inganno, la sofferenza, la gelosia, la beffa giocosa e la beffa crudele, la follia e la voglia di stemperare il reale dei personaggi shakespeariani rappresentano storie senza tempo del tutto simili alle nostre, temi universali ancora oggi legati alla condizione dell’uomo. Per questo e per la bellezza che esprime ancora oggi la sua poesia, abbiamo scelto di lavorare sulle opere di W. Shakespeare. Il lavoro teatrale del nostro laboratorio, attraverso un training fisico e improvvisazioni singole e di gruppo, ha affrontato i più diversi personaggi shakespeariani: folletti, cantastorie, principesse bisbetiche, spiriti dell’aria, dame vanitose, re dispotici, creature stravaganti e ridicole. Da questo è emerso all’interno della compagnia una gran voglia di mettersi in gioco, una grande sete di libertà di esprimere concretamente le proprie emozioni attraverso il gioco pur sempre serio del teatro. Ne è nata una commedia giocosa e corale dove il mondo libero della fantasia si incontra col mondo più inquadrato della realtà. In questo nuovo testo ho voluto far convivere per tutto lo spettacolo, i più conosciuti e irriverenti esseri grotteschi, creature misteriose che hanno sempre fatto da sfondo alle commedie e tragedie di Shakespeare col mondo aristocratico di dame e cavalieri che nella propria corte non fanno altro che “tanto rumore per nulla”, schiavi dei propri schemi, della paura di essere sé stessi e soprattutto di amare. Come avveniva nel teatro greco, anche nel nostro copione, gli spiriti partecipano attivamente alle vicende umane riparando torti e facendo dispetti per gelosia o solo per la voglia di giocare. Gli umani sono inconsapevoli di esserne circondati e si illudono di essere loro stessi gli unici ed esclusivi artefici del proprio destino. I nostri spiriti (Puck, Oberon, Fate, Ariele, Svelto e Lanciotto) vivono a “capriccio” nella foresta ma tramite il messaggero e il buffone Baldassarre decidono di giocare con la corte influenzando con scherzi e magie l’amore tra Beatrice e Benedetto impegnati in continue lotte spumeggianti. Spiriti che però di fronte alle meschinità e bramosie di Don Juan e dei suoi fidati sgherri, rispondono in modo risolutivo smascherando le menzogne che stavano allontanando Ero da Claudio; si improvvisano attori di un mondo aristocratico che altrimenti sarebbe rimasto imprigionato nelle proprie falsità ed egoismi aiutando le guardie comiche e anche un pò sceme Sorba e Carrubba ad acciuffare i malfattori. Nel nucleo centrale del nostro testo ci sono perciò le vicende adattate e ridotte di Molto rumore per nulla, attorno alle quali si muovono personaggi e storie tratte da Sogno di una Notte di mezza estate, Come vi piace, I due gentiluomini di Verona, La tempesta, Giulietta e Romeo, La bisbetica domata, Re Lear, La dodicesima notte, Riccardo II. Questa contaminazione di opere shakespeariane ci ha permesso di riflettere sulle umane debolezze e qualità, sulle varie sfaccettature dell’amore, sulla linea di confine tra fantasia e realtà, su come ridicolizzare ed esorcizzare le nostre stesse paure per affrontarle in modo più leggero perché il fine della nostra arte teatrale è di “creare” dando forma alla propria esperienza; aiutati dal grande gioco della finzione arrivare alla più profonda sincerità.
Veronica Boscarello
NOTE DI REGIA
Ho immaginato questo spettacolo come un sogno, impressionato da un trucco potente, come un circo vivente di umani, " raffinati " cortigiani a cui si uniscono i folletti, i fools shakespiriani, attorniati dalle presenze silenziose di un mondo di manichini, il nostro, riflessi immobili scaturiti dalla fantasia dei sogni. Spesso nella vita degli uomini questi manichini, purtroppo,sono il loro specchio e la riproduzione di esistenze svuotate di senso. Gli umani, alcuni dei quali impersonati dagli stessi spiriti e buffoni travestiti, li ho fatti muovere con schemi geometrici, fissi nei loro ruoli, gli altri li ho voluti invece liberi di giocare e muoversi nelle loro clownerie grottesche e nella danza della loro immaginazione. Gli stessi attori si confrontano con questi due mondi : la forma del ruolo e la libertà creativa della fantasia, io li ho indirizzati verso la ricerca della loro libertà. Il nostro " molto inutile rumore " si dissolve nella creatività che sa che è per " nulla " che si gioca al teatro ma è un nulla fatto di emozioni, risa, lacrime e immaginazione alla ricerca di una vita più vera di quella che pensiamo di vivere. Il teatro è lo specchio della realtà che ci restituisce , nel gioco , il vero valore e la scoperta della vita stessa. Agli attori, di questo mondo di sogni, regalo la visione dei loro talenti e della libertà, inoltre li mando liberi come l ' Ariele della Tempesta shakespiriana, liberi di creare la loro personale " magia " nelle loro esistenze e nell' arte del teatro "...noi siamo fatti della stessa sostanza di cui sono fatti i sogni e la nostra breve vita è cincondata di sonno...". A tutti auguro di ritrovare il gioco e la libertà : ..." se noi ombre vi abbiamo tediato perchè il guaio sia perdonato fate conto che sia stato un sogno, e non siate troppo severi signori cari. A tutti buonanotte dico intanto, finito è lo spettacolo e l’incanto.Signori, addio, batteteci le mani e vi prometto che torneremo davanti a voi domani . (Puck, "Sogno di una notte di mezza estate" ).
Claudio Jankowski